LA LEISHMANIOSI DEL CANE: UNA PATOLOGIA EMERGENTE

La Leishmaniosi è una malattia sostenuta da un protozoo parassita che viene trasmessa da un vettore biologico, il flebotomo, più conosciuto con il termine di pappatacio.
E’ una zoonosi (malattia trasmissibile dagli animali all’uomo) che comporta gravi manifestazioni sia a localizzazione cutanea che sistemica.

E’ un insetto ematofago, cioè mangiatore di sangue, simile ad un piccolo moscerino (2-3 mm), e solo le femmine pungono per procurarsi il sangue necessario per la maturazione delle uova.
La Leishmania ritrova nell’intestino del flebotomo l’ambiente ottimale per riprodursi e per cambiare forma.

Questi insetti non sono comunque attivi tutto l’anno.
Nelle zone temperate come l’Italia, i flebotomi possono svilupparsi solo durante la stagione calda e gli adulti sono presenti da maggio a ottobre, con picchi importanti di densità nel periodo luglio- settembre.

L’ambiente preferito dai flebotomi è rappresentato dalle anfrattuosità del terreno, dalle crepe dei muri, dalle superfici asciutte, ma in un’atmosfera piuttosto secca e soprattutto senza vento. Ovviamente queste sono condizioni presenti ovunque in Italia, per cui le aree a rischio non sono facilmente delimitabili. Nel nostro paese, infatti, tutte le regioni costiere sono fortemente contaminate e si sta velocemente diffondendo anche all’interno e al Nord del paese, data l’impossibilità di controllo nei trasferimenti di cani, ipotetici portatori del parassita. La malattia è considerata endemica in Liguria, nelle regioni costiere del Centro-Sud Italia (soprattutto versante Tirrenico) e nelle isole. Le recenti indagini epidemiologiche hanno evidenziato alcuni focolai di malattia anche in alcune regioni settentrionali, in territori finora considerati indenni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna).

Le loro abitudini sono tipiche: sono notturni, attivi dal crepuscolo all’alba.
Durante le ore diurne invece riposano in ambienti relativamente bui e umidi.
A causa del comportamento trofico dei pappataci, delle loro dimensioni e del volo silenzioso (sono detti pappa-taci proprio perché “pappano in silenzio”), di solito l’uomo non si accorge della loro presenza e di conseguenza tende ad ignorare anche il ruolo di questi vettori con grave compromissione dei programmi di lotta contro la malattia stessa.
La lotta è quindi possibile contro gli adulti.
E’ composta da piretroidi sintetici, utilizzati in formulazioni spot-on, spray o come collari.
Queste misure profilattiche rappresentano certamente accorgimenti da prendere in seria considerazione, anche se, ovviamente, non possono garantire la protezione in maniera assoluta del nostro “amico” a quattro zampe dalla puntura dell’insetto vettore.
Dall’Aprile del 2012 è disponibile in Italia il vaccino per la prevenzione di questa malattia, che rappresenta una vera svolta nella protezione dei cani.
Fino ad oggi la leishmaniosi è stata combattuta con antiparassitari quali collari o gocce, mentre il vaccino è un passo importante verso una protezione più estesa, che funziona stimolando il sistema immunitario del cane.
Il vaccino, sviluppato dopo anni di ricerca, si somministra per 3 volte ogni 3 settimane ,per poi effettuare un richiamo annuale. La profilassi vaccinale può essere effettuata a partire dai 6 mesi di età.

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